Le interviste

A tu per tu con l’artigiana con la frangetta…

Abbiamo fatto qualche domanda a Sara, protagonista della settimana di donneinstoffa. Ci ha aiutato a capire il suo mondo, il mondo di “MisStufi”. Buona lettura!

Qualche parola per descriverti?

Sono Sara, per tutti ormai “ stufini” , fino a ottobre avrò ancora 33 anni, disegno e creo capi d’abbigliamento da quasi una vita.

Come mai hai deciso di chiamarti MisStufi?

Da quando sono bambina sento mia mamma chiamarmi “ signorina tu mi stufi” ( dovevo essere una peste a sto punto). Una volta deciso d’intraprendere questa strada, mi ero ripromessa che se mai avessi lanciato un mio brand lo avrei chiamato sicuramente in quel modo. E quando finalmente decisi di mettermi in proprio, grazie ad un gioco di parole ,e’ nato Misstufi!

Come è nata la passione per la sartoria? In che modo e quando l’hai resa una vera e propria attività imprenditoriale?

Andavo alle elementari, ed il mio gioco più frequente era quello di rubare i pigiami di mia mamma e farli diventare dei vestiti per le Barbie, da lì ho sempre tagliuzzato tessuti, fino a scegliere tutti i percorsi scolastici e non  legati alla moda e alla sartoria, che mi hanno formato tanto da decide nel 2009 di mettermi in proprio.

Se dovessi guardare indietro, qual è stato il momento più duro?


Sicuramente l’aver cambiato spesso città in cui vivere, il dover ricominciare ogni volta da capo a costruire “il mio mondo” mi ha messo alla dura prova…ma non l’ho mai visto solo come momento difficile, bensì come un modo per crescere e migliorarmi, e diventare quella che voglio essere.

Tu stessa affermi di “creare capi d’abbigliamento che hanno da raccontare qualcosa”. Cosa vuoi raccontare attraverso i tuoi capi?


Ogni capo che realizzo ha una storia ben precisa che io sono pronta a raccontare : a partire dal perché lo si realizza, per chi, e come, dalla scelta del tessuto, dai materiali al modello in modo che rispecchi ogni singola persona secondo lo stile Misstufi.

Come scegli tessuti e materie prime per i tuoi abiti?


Sono una rompiscatole quando si tratta di scegliere i materiali per realizzare i capi su misura o per le mie collezioni: a partire dalla composizione, tutte fibre naturali( non sopporto quelle artificiali) , a basso impatto ambientale, e se ho la fortuna di trovare piccoli tesori vintage ( dai tessuti alle passamanerie), mi piace scoprire La loro storia   , per riuscire a dare ancora più valore alle mie creazioni.

Da alcuni contenuti sulla tua pagina Instagram emerge lo spirito collaborativo con altre tue colleghe. Quanto pensi sia importante una rete di donne unite per valorizzare l’handmade?


Tantissimo! Mi piace collaborare con le altre artiste e artigiane, anche del mio stesso settore.Lo trovo stimolante, e ti permette di avere una visione più ampia del tuo lavoro , avendo anche un confronto sano e leale…dato che siamo tutte diverse, e uniche a modo nostro.Ed il più delle volte nascono anche delle bellissime amicizie.


Dai tuoi post traspare questa voglia di entrare in contatto con chi ti segue. Quanto pensi sia importante instaurare un rapporto con chi legge e compra i tuoi prodotti?

Prima dei vestiti, del brand, della piccola imprenditrice tutto fare, c’è”  Sara”,che ha fatto della sua passione il suo lavoro, e questo è stato possibile anche grazie a chi sin dal primo giorno ha deciso di sostenermi scegliendo un mio capo.E di conseguenza mi viene spontaneo il più delle volte instaurare una sorta di rapporto con chi mi segue,proprio perché non voglio che il tutto si riduca a una compravendita impersonale, ma ad un qualcosa di più. il vantaggio di essere una “one woman band” è che nel bene e nel male sei sempre tu in prima persona a prendere ogni singola decisione, e a metterti sempre in gioco.

Che consiglio daresti alle donne che hanno la tua stessa passione?

Di non fermarsi ad emulare qualcuno solo perché sembra realizzato!Ognuno di noi per arrivare dove è arrivato, più o meno in alto, ha fatto un determinato percorso, e non è detto che sia quello giusto per tutti.Prendiamo spunto, guardiamo chi ammiriamo e facciamoci ispirare, ma creandoci la strada da percorrere ,per arrivare alla meta, su misura per noi, in modo da crearci un’identita Ben precisa, unica ed inimitabile.

C’è un capo al quale sei particolarmente legata? Magari perché lo hai realizzato in un periodo particolare della tua vita o perché a ispirarti è stata una persona per te importante.


Sarebbe scontato dire tutte? mi affeziono sempre alle cose che realizzo, soprattutto nelle mie collezioni, quando creo “il prototipo”.Quando ne sono particolarmente entusiasta me lo guardò e riguardo felice, tanto da volerlo tenere tutto per me.Poi mi dico che non avrebbe senso, e allora passo al prossimo capo in lista da realizzare( ma poi succede la stessa cosa del primo).Ogni nuova collezione per me è una sfida , non mi accontento di proporre qualcosa che ho già fatto precedentemente modificando qualche dettaglio o tessuto,o basarmi su quello che va di moda ( ahimè non la seguo proprio) , ed ogni volta inizia questa crociata per creare quello che più mi rispecchia, che sia unico, e particolare.Per questo non ho un abito del cuore, ma per me lo sono tutti!

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